Descrizione
Sumach o Sommacco. Turchia. Confezione: 25 grammi.
Spezia originaria del Mediterraneo, usata da Romani come sostitutivo dell’aceto. Si usa mescolato all’olio evo per marinature di carne o pesce. Per la sua nota fruttata viene usata al posto del limone.Caratteristiche della pianta: E’ un arbusto sempreverde che può raggiungere i 3 metri di altezza, ha foglie lunghe 10-20 cm, con un bordo seghettato che da verdi diventano rosse in autunno. I fiori a pannocchia, sono verde-gialli e fioriscono d’estate. I frutti sono drupe bruno rosso scuro che se consumati freschi possono essere velenosi. Vengono raccolti prima della completa maturazione vengono fatti seccare.Origine: Alcune specie sono native del Mediterraneo e di queste solo la Rhus coriaria cresce selvatica in Sicilia, in Asia occidentale e centrale, in alcune parti dell’Arabia.
Componenti. L’aroma acido e aspro del sommacco è dovuto a tannini e ad alcuni acidi organici (malico, citrico, succinico, maleico). Il colore rosso scuro è dovuto a pigmenti antocianici. Il sommacco è anche ricco di grassi (15%).Odore: leggero di limone, aromatico.Sapore: agro, aspro, pungente e piccante.Impieghi. Molto usato nella cucina mediorientale dove si usa per insaporire riso, pane legumi e verdure. E’ usato come acidificante così come in altri paesi usano il limone, il tamarindo o l’aceto. Spesso è mischiato con le cipolle. In Turchia, in Libano e in Iraq si usa per le insalate, in particolare nel fattouch, a base di pane libanese, pomodori, cetrioli e prezzemolo. In Iran, insapora le carni di pollo e in Siria il pesce. Entra nella miscela zathar (sommacco, timo e sesamo, sale e origano).Consigli per l’uso. La spezia macinata può essere aggiunta quasi a fine cottura (altrimenti perde l’aroma) oppure macerata in acqua che viene filtrata prima dell’utilizzo e può talvolta sostituire il limone. Proprietà benefiche. Ha un forte potere antiossidante, proprietà diuretiche e in Medio Oriente viene usato in una bevanda per ridurre la febbre.Curiosità. Un tempo si coltivava estensivamente, anche se spontanea, in Sicilia in aree dette “sommaccheti”. Corteccia e foglie della pianta venivano raccolte e inviate alle concerie, che estraevano i tannini impiegati in tintoria e nel processo di concia delle pelli. Oggi le colture sono abbandonate e in piccole aree si raccolgono i frutti per ricavarne la spezia.